A cura di Mario Pappagallo

Dove finisce la città? A cosa cede il passo? Le periferie, la forma urbis, le aree
metropolitane sono, o dovrebbero essere, al centro dell’attenzione di politici,
architetti, urbanisti, sociologi e pianificatori della salute perché da tutti loro dipende la
chiave della vivibilità della città contemporanea.
Le culture urbane in tutto il mondo stanno crescendo, e con questa crescita arriva un
insieme unico di questioni sanitarie. La salute pubblica e le pratiche mediche
tradizionali devono essere adeguate per rispondere alla popolazione sempre più
urbanizzata. URBES è il primo magazine italiano che intende coinvolgere il pensiero e
l’opera dei tanti specialisti coinvolti e coinvolgibili in una sorta di piazza virtuale,
cartacea e online, dove analizzare il problema, ipotizzare soluzioni, offrire spazio a chi
poi sperimenta sul campo le idee.
Coinvolgendo anche l’Accademia sul campo emergente della salute urbana e
dell’epidemiologia.
URBES intende affrontare importanti cambiamenti nei modelli di malattia e disabilità
nelle popolazioni urbane sia dalle prospettive cliniche che da quelle politiche,
riempiendo una nicchia trascurata nella letteratura medica e sanitaria.
Oltre il 60 per cento della popolazione europea già oggi vive in città. E presto sarà così
in tutto il mondo. Le aree urbane sono luoghi di vita spesso non salutari, caratterizzati
da traffico pesante, inquinamento, rumore, violenza e isolamento sociale per anziani e
giovani famiglie. Le persone in città sperimentano un aumento dei tassi di malattie non
trasmissibili, lesioni, abuso di alcol e sostanze, con i poveri tipicamente esposti agli
ambienti peggiori. Tutte sfide che Onu e Oms chiedono siano affrontate al più presto.
Come? Rispondere a questa domanda è uno degli obiettivi di URBES.
E questo non riguarda solo il settore sanitario. Comprende considerazioni sulla salute
negli sforzi economici, di rigenerazione e sviluppo urbano.
Con particolare attenzione alle periferie. In Italia in particolare, dove noti architetti
hanno firmato veri fallimenti. Pochi esempi tristemente celebri: il quartiere Zen a Palermo,
le Vele di Napoli, il Corviale a Roma, il quartiere Matteotti a Terni. Ad oggi questi
quartieri sono caratterizzati dal degrado architettonico, un quadro sociale disagiato, un
rapporto negato con la città circostante. Architettura, società civile ed istituzioni devo
produrre soluzioni chiare e partecipate. Ed URBES sarà pronta ad accoglierle.