“Monitorare & Studiare” Marco Bosio

Direttore generale della Ats di Milano

A cura di A. Pappagallo e Vito Costa

 

Il Manifesto sulla salute nelle città e l’Italian Urban Diabetes Charter sottolineano la necessità di fare della prevenzione primaria e dei corretti stili di vita una strategia anche per mantenere sostenibile e di qualità il servizio sanitario. Cosa dovrebbe migliorare la città di Milano per tali obiettivi?

Approfondire ulteriormente, studiare e monitorare a livello urbano i determinanti della salute dei cittadini, promuovendo partnership multi-stakeholder attraverso una forte alleanza tra Comuni, Università, Aziende sanitarie, Centri di ricerca, associazionismo, industria e professionisti, per dare vita a interventi volti a ridurre i rischi per la salute e favorire un ambiente urbano sano e inclusivo. L’intervento deve essere orientato a garantire aiuti diretti in ambito sanitario, ma anche a sviluppare relazioni di aiuto tra i cittadini e una sinergia tra i servizi. il Piano Nazionale Cronicità che le diverse Regioni devono adattare alla propria rete di offerta sanitaria territoriale può essere l’occasione per sperimentarsi e migliorare in tal senso; anche contando su nuove figure professionali che stanno prendendo forma in risposta ai nuovi bisogni dei più fragili (l’infermiere di famiglia e di comunità o la farmacia dei servizi e della comunità). Per questo, la prospettiva auspicabile è che la salute individuale e collettiva diventi davvero un aspetto centrale della politica delle città. Una politica in grado di incidere sugli aspetti strutturali della dimensione urbana, nella consapevolezza che i diversi assetti dei luoghi dove le persone lavorano, si muovono e vivono con le loro specificità culturali e sociali, siano un fattore strategico che ne delinea svantaggi e opportunità anche sul piano fondamentale della salute. ATS Milano Città Metropolitana ha deciso di adottare il Manifesto in quanto riconosce nei 10 punti in esso contenuti, parte del percorso messo in atto da ATS per la promozione della salute e la diffusione dei corretti stili di vita per i cittadini. Il “Piano Integrato Locale di Promozione della Salute” per il 2018, include, progetti multidisciplinari per i vari contesti comunitari, che investono buona parte, se non tutti, i punti del Manifesto. Progetti costruiti in collaborazione con le ASST, gli Uffici Scolastici territoriali, l’associazionismo, gli enti locali, i cittadini, e le aziende. (Il progetto Workplaces Health Promotion (WHP) che prevede l’attivazione di processi e interventi tesi a sostenere i principali fattori che contribuiscono a rendere il luogo di lavoro un ambiente “favorevole alla salute”, attraverso la realizzazione di modifiche sia dal punto di vista organizzativo che ambientale.

La promozione dell’attività motoria nelle comunità con la diffusione dei Gruppi di Cammino in 98 dei 195 comuni che compongono l’area Metropolitana; l’integrazione/continuità ospedale territorio per la diffusione di Gruppi di Cammino dedicati che prevedono l’inserimento di cittadini affetti da patologie psichiche e da patologie croniche quali diabete, cardiopatie e pneumopatologie, con finalità riabilitativa sia fisica che sociale. L’adesione al modello Scuola che Promuove la Salute (SPS) che prevede la diffusione dei piedibus, l’attuazione del progetto Life Skills Training Program e Unplugged rivolto agli insegnanti delle scuole secondarie di primo grado e che mirano al potenziamento delle “capacità per la vita” (life skills) necessarie a promuovere il benessere negli alunni. Educazione tra Pari, o “peer education”, dove gli studenti individuati come Educatori Pari, opportunamente formati, fungono da moltiplicatori di messaggi e sono in grado di influenzare positivamente il pensiero critico e gli stili di vita dei coetanei, in quanto portatori di esperienze, conoscenze e linguaggi comuni alla fascia giovanile. Progetti orientati alla corretta alimentazione e lotta allo spreco alimentare e infine programmi diffusi su tutto il territorio urbano di screening della popolazione per una diagnosi precoce).  

Ritiene utile la partecipazione ideativa e propositiva di altre competenze professionali, oltre a quelle medico-sanitarie, per disegnare una metropoli in salute e fonte di salute

La salute è un bene comune e di conseguenza non può essere patrimonio esclusivo delle professioni medico-sanitarie. Modificare comportamenti nella popolazione, finalizzati al mantenimento o miglioramento della salute dei cittadini è un’obiettivo ambizioso, impegnativo ma, sicuramente raggiungibile nel tempo, purché tutte le risorse presenti in quel contesto, decidano di condividere ed orientarsi, ognuna con le proprie competenze, verso un obiettivo comune ovvero, il benessere del cittadino. Il cittadino deve assumere un ruolo di primo piano nella condivisione e scelta delle iniziative e dei percorsi finalizzati al miglioramento dei contesti urbani per una migliore qualità della vita e per la prevenzione delle patologie cronico degenerative non trasmissibili molto diffuse nelle metropoli. Nelle grandi città, spesso i percorsi assistenziali sono più frammentati; sono sempre più diffuse situazioni di solitudine, povertà, emarginazione e disagio sociale aggravate da situazioni di degrado urbano. E’ proprio in contesti come questo che tutti sono chiamati a cooperare e devono fare la loro parte per invertire questa tendenza che ha un impatto molto negativo sullo sviluppo delle nostre comunità e per promuovere azioni collettive in grado di incidere sui cattivi comportamenti e più in generale sugli stili di vita.

 E che cosa fare in più come strategia anti-smog metropolitana?

La conformazione geografica della Pianura Padana, unita alle sue particolari condizioni meteorologiche favorisce l’accumulo degli inquinanti immessi in atmosfera dalle principali fonti quali il traffico veicolare, gli impianti di riscaldamento e di produzione d’energia. Negli ultimi due decenni i principali interventi messi in atto sono stati la “rottamazione” dei veicoli più inquinanti, la promozione del passaggio da gasolio a metano quali combustibili per riscaldamento e la diffusione del teleriscaldamento, ai quali si sono aggiunti interventi per favorire il trasporto ferroviario di persone e merci, la mobilità sostenibile e l’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile; tutto questo ha portato ad una riduzione dei livelli d’inquinamento che però negli ultimi anni si sono stabilizzati, mostrando variazioni nelle medie annuali legate principalmente a più favorevoli condizioni climatiche nel periodo. E’ pertanto auspicabile che si prosegua nell’incentivazione delle azioni atte a promuovere ancor di più il trasporto ferroviario di persone e merci, la mobilità sostenibile e l’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile così come previsto dal Piano Regionale degli Interventi per la qualità dell’Aria (PRIA), strumento di pianificazione e di programmazione per la Regione Lombardia, mirato a prevenire l’inquinamento atmosferico e a ridurre le emissioni a tutela della salute e dell’ambiente, il quale focalizza i suoi interventi in primis su due grandi settori della produzione di inquinanti atmosferici con misure previste per il settore dei trasporti e per l’energia e il riscaldamento, introducendo misure anche per le attività agricole, fonti significative di inquinamento in ambito rurale. A livello locale è inoltre auspicabile che i Comuni favoriscano l’interscambio tra trasporto privato e pubblico e disciplinino il trasporto delle merci nel contesto urbano. Perché tutto quanto programmato raggiunga i risultati previsti, grandissima importanza riveste anche il coinvolgimento dei cittadini, rendendoli consapevoli che i comportamenti individuali influiscono significativamente sull’ambiente che li circonda.  

Gli stili di vita scorretti cominciano da bambini. A parte la scuola, come la politica comunale può agire, e non solo sporadicamente, per influenzare e divulgare la buona cultura della salute?

La conformazione geografica della Pianura Padana, unita alle sue particolari condizioni meteorologiche favorisce l’accumulo degli inquinanti immessi in atmosfera dalle principali fonti quali il traffico veicolare, gli impianti di riscaldamento e di produzione d’energia. Negli ultimi due decenni i principali interventi messi in atto sono stati la “rottamazione” dei veicoli più inquinanti, la promozione del passaggio da gasolio a metano quali combustibili per riscaldamento e la diffusione del teleriscaldamento, ai quali si sono aggiunti interventi per favorire il trasporto ferroviario di persone e merci, la mobilità sostenibile e l’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile; tutto questo ha portato ad una riduzione dei livelli d’inquinamento che però negli ultimi anni si sono stabilizzati, mostrando variazioni nelle medie annuali legate principalmente a più favorevoli condizioni climatiche nel periodo. E’ pertanto auspicabile che si prosegua nell’incentivazione delle azioni atte a promuovere ancor di più il trasporto ferroviario di persone e merci, la mobilità sostenibile e l’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile così come previsto dal Piano Regionale degli Interventi per la qualità dell’Aria (PRIA), strumento di pianificazione e di programmazione per la Regione Lombardia, mirato a prevenire l’inquinamento atmosferico e a ridurre le emissioni a tutela della salute e dell’ambiente, il quale focalizza i suoi interventi in primis su due grandi settori della produzione di inquinanti atmosferici con misure previste per il settore dei trasporti e per l’energia e il riscaldamento, introducendo misure anche per le attività agricole, fonti significative di inquinamento in ambito rurale. A livello locale è inoltre auspicabile che i Comuni favoriscano l’interscambio tra trasporto privato e pubblico e disciplinino il trasporto delle merci nel contesto urbano. Perché tutto quanto programmato raggiunga i risultati previsti, grandissima importanza riveste anche il coinvolgimento dei cittadini, rendendoli consapevoli che i comportamenti individuali influiscono significativamente sull’ambiente che li circonda.