Misurare il CUORE delle città

Pubblico e privato possono collaborare attivamente per raggiungere obiettivi di prevenzione e di città sane per cittadini sani. E lo stanno facendo, attivando un volano in grado di cambiare le priorità politiche e di sanare il pianeta, partendo dalle aree urbane. Siamo agli inizi, ma esempi validi già si possono indicare. Apripista per partnership su obiettivi qualificanti, etici e di interesse socio-culturale altissimo. Per esempio, già solo focalizzarsi sul rapporto città ed attività fisica porta risultati importanti per la salute dei cittadini. Le persone fisicamente attive hanno un rischio ridotto del 20-35% di cardiopatia ischemica e ictus, una riduzione del 40-45% del rischio di Alzheimer e una riduzione del 35-50% del rischio di diabete di tipo 2. Altro esempio, concentrarsi sulla disuguaglianza sociale per affrontare i problemi di salute. Presso l’OMS è stato sviluppato il programma Urban Heart, che non ha niente a che vedere con le malattie cardiovascolari, ma si occupa di “misurare” il cuore delle città, consentendo alle comunità e ai sindaci di raccogliere un insieme limitato di indicatori sanitari, di governance e socioeconomici; di analizzare questi indicatori e di tradurli facilmente per i decisori. Utilizzando le prove fornite dalla commissione dell’OMS sui determinanti sociali della salute, Urban Heart incoraggia i politici a sviluppare approcci efficaci per affrontare la salute cittadina con equità, tenendo conto delle disuguaglianze sociali. Funzionari di quasi 50 Paesi sono stati formati sull’uso di Urban Heart presso il World Health Organization Center for Health Development (WHO Kobe Center). Detroit è la prima città americana ad utilizzare Urban Heart. Dopo aver indirizzato i vari dipartimenti su dove e come la salute ha bisogno di essere misurata, coinvolgendo gli abitanti verso la prevenzione primaria e secondaria. Gli sforzi principali dell’OMS con Detroit sono incentrati sulla promozione della salute per interrompere la povertà intergenerazionale, concentrandosi su quegli indicatori di salute tra i bambini che indicano livelli di povertà più o meno gravi. Detroit è la città più povera degli Stati Uniti con risultati sanitari che lo rispecchiano. Sempre riguardo alla salute metropolitana, per quanto riguarda obesità e diabete, Cities Changing Diabetes di Novo Nordisk misura indicatori e propone azioni correttive già in 8 città del mondo: Copenaghen, Houston, Johannesburg, Città del Messico, Roma, Vancouver, Shanghai e Tianjin. A queste si è ora aggiunta Milano. Dovrebbero poi arrivare: Leicester, Mérida, Xiamen, Koriyama, Hangzhou, Beijing, Beirut, Buenos Aires. Ogni città contribuisce attraverso la sua partnership per stabilire una nuova base di conoscenza dei fattori sociali e culturali che rendono alcune persone vulnerabili per obesità e diabete di tipo 2 e sue complicazioni nella loro città. Esempi nel mondo e invito ad altre aziende, ad altri privati, ad affiancare il pubblico ed associazioni no profit in progetti per la salute dei cittadini qui in Italia. Energia pulita, attività fisica, sanità di quartiere o a domicilio, corretta alimentazione, cultura della salute in genere… E perché no, seguendo l’esempio di Michelle Obama alla Casa Bianca, favorire orti cittadini, per anziani e bambini. E per tutto ciò lavora da tempo, aumentando via via i suoi investimenti, la Fondazione Bloomberg Philanthropies dell’ex sindaco per tre mandati di New York, il miliardario e filantropo Michael R. Bloomberg. Con Partnership for Healthy Cities che è una prestigiosa rete globale di città impegnate a salvare vite umane prevenendo le malattie non trasmissibili (NCD).

La Redazione