Health City Ambassadors
A cura di F. Serra e M. Damilano
Provate ad immaginare otto grandi campioni dello sport con l’obiettivo di provare a migliorare il mondo e le nostre città.
Campioni che hanno vinto 9 ori olimpici, 24 medaglie olimpiche in totale, 14 titoli mondiali e che hanno collezionato più di 500 maglie azzurre, oggi professionisti, educatori, madri e padri e cittadini, che vogliono contribuire a migliorare la salute in ambito urbano.
Chi è campione, chi ha vinto Olimpiadi, sa che lo “Sport ha il potere di cambiare il mondo”.
Nel maggio 2000, Nelson Mandela era in piedi davanti a un microfono, preparato per affrontare la cerimonia inaugurale Laureus World Sports Awards. Il potere carismatico di Mandela era così grande che mentre iniziava a parlare, il pubblico – tra i quali vi erano famoso calciatore brasiliano Pelé e il musicista Jon Bon Jovi – erano in un silenzio irreale pronti ad ascoltare attentamente le parole del leader sudafricano.
“Lo sport,” proclamava Mandela, “ha il potere di cambiare il mondo.
Ha il potere di ispirare, ha il potere di unire le persone
in un modo nessun è in grado di fare….
È più potente dei governi nell’abbattere le barriere razziali.”
Negli ultimi diciotto anni, la dichiarazione di Mandela è diventata come un grido di battaglia quando si parla di sport e sviluppo. Nel novembre 2012, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite (ONU) ha approvato una serie di risoluzioni che indicano lo sport come strumento di sviluppo.
“SPORT HAS THE POWER TO CHANGE THE WORLD” è anche il simbolo della mission di SPORT4PLAY, una organizzazione internazionale che ha come obiettivo la promozione dei principi solidaristici dello sport.
La problematica della salute nei contesti urbani è un problema emergente di politica sanitaria e sociale, che a parere di molti esperti merita la massima attenzione da parte dei decisori politici, della comunità accademica e scientifica e il pieno coinvolgimento dell’opinione pubblica.
L’OMS ha evidenziato come la buona Salute sia alla base dello sviluppo sociale ed economico e rafforza le politiche in tutti i settori dell’azione pubblica e in tal senso sempre l’OMS ha osservato come dal 2010, per la prima volta nella storia dell’umanità, che più della metà della popolazione mondiale risiede nei grandi agglomerati urbani e nelle aree metropolitane. In tal senso si stima che nel 2050 la popolazione urbana rappresenterà il 70% della popolazione globale.
Il pianeta del 2050 saprà sostenere un incremento di oltre due miliardi di abitanti che per la gran parte vivranno in città?
I governi nazionali, regionali e cittadini saranno in grado di rispondere alla crescente domanda di salute?
Rispondere a queste domande con un approccio integrato e coerente sarà una delle principali sfide del prossimo futuro. Sfide che potranno trovare una risposta se saremo in grado di promuovere stili di vita salutari in tutti i contesti e in questo il ruolo dello sport è basilare nell’incoraggiare i cittadini all’attività sportiva e motoria.
L’Ambassador avrà un ruolo di particolare rilievo in quanto è il testimonial non solo di un’idea, di un progetto le cui finalità sono rivolte alla buona salute, specie delle generazioni future, ma esso testimonia come lo Sport nei suoi valori più alti, tra cui non vi è dubbio trovi ampio spazio la solidarietà, abbia estrema attenzione verso l’accesso di tutti alla pratica sportiva e il ruolo sociale che essa rappresenta nella costruzione di un mondo migliore, partendo dalle città.
Il progetto Health City Ambassadors si fonda sul modello dell’ONU e vuole coinvolgere grandi esponenti del mondo sportivo, in modo particolare vincitori di medaglie olimpiche o di significativi eventi sportivi internazionali.
Maurizio Damilano, grande campione dell’atletica italiana, con al suo attivo una medaglia d’oro alle Olimpiadi di Mosca, altre due medaglie olimpiche, due titoli mondiali, a capo del progetto, ha coinvolto come Ambassadors grandi campioni dello sport italiano e mondiali, che hanno aderito in maniera entusiastica all’invito di prestare il loro volto alla promozione della salute nelle città.
Stefania Belmondo, Gabriella Dorio, Antonio Rossi, Salvatore Sanzo, Bas Van De Goor, Giacomo Leone e Orazio Arancio, saranno i campioni che assieme a Maurizio Damilano promuoveranno i valori dello sport e dell’attività motoria per migliorare la qualità di vita nelle nostre città.
Città obesogene, fenomeno questo alimentato dalla sedentarietà, soprattutto nelle generazioni più giovani.
L’ISTAT ci indica gli italiani siano da un lato un popolo di sportivi e d’altro di sedentari.
I dati ISTAT ci dicono che gli sportivi sono il 25,1% e questi svolgono attività fisica in modo continuativo, il 34,8% della popolazione e il 39,2% del totale in Italia, non praticano alcuno sport nè fanno attività fisica.
Sedentarietà che è maggiore nei grandi contesti urbani e che rischia di minare le generazioni future.
I dati del Ministero della Salute ci indicano che L’Italia, nella speciale graduatoria, rimane fanalino di coda in Europa nell’obesità infantile. Alcune aree del Paese, soprattutto nel Paese, vedono più di un bambino su tre vivere in condizioni che gli esperti definiscono di eccesso ponderale.
Un fenomeno che ha bisogno di autorevoli Ambassadors in grado di veicolare nei vari contesti Istituzionali i giusti messaggi e coinvolgere le Città ad affrontare in maniera decisa il problema dell’Urban Health nel nostro Paese.