Come garantire l’indipendenza della scienza nei confronti dell’ingerenza politica? Il problema è mondiale, emerso con forza durante questa pandemia, ma negli Stati Uniti è emerso in modo molto preoccupante con la presidenza Donald Trump. A tal punto che una delle prime azioni di Joe Biden, appena eletto, è stata quella di chiedere agli scienziati americani di analizzare quanto accaduto, e i danni conseguenti, per cercare di sanare la situazione. Ne è emerso un rapporto, subito all’attenzione dei media specializzati e no. “Le agenzie federali statunitensi devono rafforzare le politiche che proteggono la scienza utilizzata nel processo decisionale del governo. Dovrebbero anche creare un consiglio per l’integrità scientifica che tuteli molte agenzie nell’affrontare l’ingerenza politica da parte dei funzionari governativi”. In estrema sintesi, queste sono alcune delle principali conclusioni di un rapporto, a lungo atteso, stilato dalla task force insediata dall’Amministrazione Biden, dopo i quattro anni di scienza, e scienziati, minati nella credibilità dall’ex Presidente Trump. L’Office of Science and Technology Policy (OSTP) della Casa Bianca ha pubblicato il rapporto, consultabile sul sito ufficiale come “Protecting the Integrity of Government Science”, che affronta lo spinoso tema dell’integrità scientifica nel governo federale, l’11 gennaio scorso. Esempi di alto profilo di integrità scientifica violata includono, per dare un’idea del rapporto, un incidente del 2019 in cui Trump ha affermato che un uragano stava minacciando parti dell’Alabama, mentre un ufficio governativo di previsioni meteorologiche assicurava che non c’erano minacce. Allora, il capo facente funzione della National Oceanic and Atmospheric Administration è stato coinvolto in una dichiarazione che criticava quegli scienziati per aver contraddetto Trump. “L’intrusione politica nella condotta, nella gestione, nella comunicazione e nell’uso (o nell’abuso) della scienza ha un grave impatto sulla fiducia del pubblico nella scienza federale”, scrive il rapporto. Il rapporto invita, perciò, le agenzie a criticare e porre in risalto la responsabilità (un limite del rapporto é il non avere chiesto possibilità di sanzioni) di coloro che hanno violato i principi di integrità scientifica. Raccomanda inoltre di aggiornare le politiche per incorporare tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico. “È davvero sorprendente vedere l’Amministrazione Biden prendere questo problema così seriamente, specialmente dopo quello a cui abbiamo assistito sotto Trump”, dice Jacob Carter, dell’Unione degli scienziati, che ha sede a Washington e studia l’integrità scientifica. La task force comprende circa 50 esperti di 29 agenzie governative, guidati da Alondra Nelson, vicedirettore dell’OSTP per la scienza e la società, e Jane Lubchenco, vicedirettore dell’ufficio per il clima e l’ambiente. È stata creata dopo che Biden ha pubblicato un memorandum nel gennaio 2021, una settimana dopo il suo insediamento, chiedendo di “ripristinare la fiducia nel governo attraverso l’integrità scientifica e il processo decisionale basato sull’evidenza”. La task force ha iniziato il suo lavoro nel maggio 2021 e, dopo incontri pubblici e sessioni di ascolto, ha pubblicato il suo rapporto. E gli autori affermano che questo è solo il primo passo: il lavoro futuro comporterà la messa in pratica delle raccomandazioni nei prossimi mesi. Uno dei principali problemi è che gli alti funzionari delle agenzie sono talvolta coinvolti in violazioni dell’integrità. Per esempio, nel 2017, Scott Pruitt, allora amministratore dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente, ha dichiarato che l’anidride carbonica non era un contributo primario al riscaldamento globale. “Le violazioni che coinvolgono funzionari di alto livello sono le più problematiche e difficili da affrontare”, afferma la task force OSTP nel suo rapporto. Il rapporto raccomanda l’istituzione di un Consiglio formale per l’integrità scientifica, con membri provenienti da molte agenzie. Tale consiglio potrebbe affrontare meglio le possibili violazioni che coinvolgono alti funzionari, perché fornirebbe un meccanismo di indaEditoriale Mario Pappagallo 6 gine al di fuori dell’agenzia coinvolta. Altre modifiche suggerite includono la standardizzazione delle politiche tra le agenzie e l’espansione della formazione sull’integrità scientifica per includere appaltatori e scienziati che ricevono sovvenzioni da parte delle agenzie, i quali potrebbero aiutare a diffondere la consapevolezza dell’integrità scientifica in modo più ampio. E coloro che hanno violato le politiche di integrità scientifica devono essere chiamati a risponderne, dice il rapporto, con conseguenze paragonabili a quelle per la violazione delle regole etiche del governo. Il rapporto raccomanda anche di ampliare le politiche di integrità scientifica al di là delle agenzie scientifiche, come il National Institutes of Health e la National Science Foundation. Altri esempi del rapporto: i dipartimenti di giustizia e dei trasporti quando usano la scienza per informare su decisioni prese riguardo a questioni come l’incarcerazione e la pianificazione urbana, ebbene anche loro devono essere coinvolti “quando comunicano in base alla scienza”. Un database, il Silencing Science Tracker (gestito dal Sabin Center for Climate Change Law della Columbia University di New York City e dal Climate Science Legal Defense Fund) ha rilevato che il governo federale ha intrapreso 339 azioni antiscientifiche durante l’amministrazione Trump. Solo nove di queste sono state riviste, o invertite, dall’Amministrazione Biden. Quindi occorre una legge che blindi le regole dell’integrità scientifica al di là di chi entra alla Casa Bianca, che può inficiare la scienza anche riducendo fondi e mandando a spasso nei campi ricercatori che politicamente non piacciono. Le agenzie governative hanno perso migliaia di scienziati durante l’amministrazione Trump. I Centers for Disease Control and Prevention (CDC) e la Food and Drug Administration (FDA) stanno recuperando unità ma altre agenzie, come l’Environmental Protection Agency (EPA), che ha perso più di 700 scienziati sotto Trump, sta ancora lottando per recuperare il terreno perduto. Altro tema spinoso: la censura della scienza. In particolare, la censura della salute pubblica. Riguardo all’ondata di infezioni da COVID-19, per esempio, Trump aveva contraddetto le raccomandazioni fatte dai ricercatori di salute pubblica del CDC, e la sua amministrazione ha messo da parte quell’agenzia e si è intromessa nei suoi rapporti scientifici. “I dati possono aiutare i funzionari a formulare politiche, ma le politiche sono spesso basate anche su altri fattori, come mantenere i bambini a scuola e le imprese in attività”, dice Kenneth Bernard, epidemiologo e consulente per la Biodifesa degli ex presidenti Bill Clinton e George W. Bush. A volte, dice, il direttore del CDC Rochelle Walensky non è riuscita a rendere chiara questa distinzione al pubblico, il che mina la fiducia nel CDC e nella scienza. “Mai dire che stai seguendo la scienza quando non puoi indicare prove scientifiche”. Un rapporto che deve aprire riflessioni anche nel resto del mondo scientifico. In Italia, per esempio, durante questa pandemia si è assistito a una sorta di delirio scientifico-mediatico. E qui cito Walter Ricciardi che nel suo libro-analisi sulla pandemia, “Pandemonio”, scrive: “È stata sconcertante la leggerezza con cui alcuni clinici e virologi si sono avventurati in ricostruzioni e proposte di sanità pubblica che hanno contribuito ad alimentare la confusione dei cittadini. E non ha giovato, in questo contesto, la frequente (con poche encomiabili eccezioni) cattiva o inutile modalità informativa dei media che, pur dedicando molte ore al tema, non sono riusciti a far capire la gravità della situazione e soprattutto a spiegare la natura dei reali problemi. Molto spesso questa attività di infotainment (più intrattenimento che informazione) è stata spettacolare, distraente, inutile e, in molti casi, dannosa”.