AGORÀ – CREATING THE WORLD OF TOMORROW

A cura di Andrea Lenzi
Presidente del Comitato di Biosicurezza, Biotecnologie e Scienze
della Vita della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Presidente
dell’Health City Institute

A livello globale negli ultimi anni si è aperto un grande dibattito che coinvolge esperti di vari settori, su come vivono i bambini nei contesti urbani, della sedentarietà che sviluppano per la mancanza di buoni stili di vita e dell’impatto che tutto questo avrà sulla loro salute in futuro.

Alcune città oggi stanno affrontando il problema con metodi innovativi per mantenere i loro bambini sani, socievoli e con una vita vissuta all’aria aperta.

Provate ad immaginare di avere 10 anni e di vivere in una città di medie dimensioni e che volete andare dal vostro migliore amico che abita a cinque minuti a piedi da casa vostra, così che assieme potete andare all’impianto sportivo del quartiere, che dista altri dieci minuti a piedi dalla sua casa.

Il problema è che tra voi e la casa del vostro amico vi è però una strada pericolosa e lo stesso per arrivare all’impianto sportivo. A questo punto immaginate di chiedere ai vostri genitori se potete andare a piedi da soli e loro vi dicono di no, preoccupati del traffico, ma che nel contempo i loro impegni impediscono di accompagnarvi.

A questo punto prendete un videogioco, vi mettete davanti alla televisione, mangiate una merendina preconfezionata e ipercalorica e avete perso una buona occasione per fare attività sportiva, socializzare e vivere una vita adolescenziale armonica e salutare.

Questa purtroppo è la realtà per molti bambini oggi in molte delle città nelle quali abitiamo, ma non dobbiamo per forza rassegnarci che deve essere così.
In un recente articolo “The Guardian” cita Tim Gill, l’autore di “No Fear: Growing Up in a Risk Averse Society” che dice che una città a misura di bambino è quella che consente “le libertà quotidiane”, così un bambino può allargare i propri spazi mentre crescono.

Oggi bisogna avere questa visione perché solo se riusciremo a costruire una città di successo per bambini, avremo una città di successo per tutti.

Tim Gill sostiene che “non è sufficiente parlare solo di campi da gioco e spazi pubblici carini perché questi ghetti – luoghi in cui devono essere portati dagli adulti”.
L’errore della società, sostiene Gill, è che i nostri sistemi di pianificazione sono incentrati su automobili, edilizia e economia – piuttosto che sull’ambiente, sulla salute e sulla qualità della vita e su questo tutti gli urbanisti, i clinici, i sociologi e gli esperti concordano.

Questo perché troppo spesso dovuto a decisori politici miopi con una visione a breve termine, che non guardano oltre i prossimi due o tre anni e che non vanno al di là del loro mandato.

Un recente rapporto di ARUP, identifica cinque sfide per i bambini nei contesti urbani: traffico e inquinamento; urbanizzazione diffusa e determinanti della salute; crimine, paure sociali e avversione al rischio; isolamento e intolleranza; accesso inadeguato e iniquo alla città.

Ma oggi nei quartieri urbani di tutto il mondo, il design a misura di bambino sta guadagnando slancio: dai progetti guidati dalla comunità, usando vernici e fioriere per affrontare percorsi pericolosi verso scuole e parchi giochi, fino a una politica urbana che reinventa le politiche abitative e i quartieri per i bambini. Sono sfide nuove in nuovi concetti di urbanizzazione che avanzano e che si collegano al tema della salute nei bambini e negli adolescenti.

Come dice il Sindaco di Tirana, Erion Veliaj, città che si sta reinventando e sviluppando in questi ultimi anni, non bisogna sottovalutare “il potere dei bambini”, perché loro sono il “seme del cambiamento”.
In una città come Tirana, a corto di fondi che viene da anni di crisi economiche e sociali, le imprese hanno sponsorizzato la trasformazione degli asili nido da semplici “celle di contenimento”, spesso in rovina, in bellissimi spazi attrezzati e vivibili, e dieci nuovi asili completamente concepiti in una ottica del benessere dei bambini sono stati realizzati attraverso lo sviluppo di forme di partenariato pubblico-privato.

Le ripetute chiusure al traffico della piazza Skanderbeg per attività di gioco hanno convinto nel tempo i residenti ad accettare questo uno spazio permanente senza auto. Ora ogni tre mesi la zona pedonale si espande per un’altra strada limitrofa, il tutto fino a quando il centro della città non sarà completamente privo di auto. I risultati si vedono: gli inquinanti PM10 sono già diminuiti del 15%.
La sfida è stata epocale in un contesto sociale dove l’auto è ancora un potente status symbol.

Ma nessun cambiamento sarà possibile se un Sindaco non abbia una visione a medio e lungo termine, che sia disposto a sfidare anche la protesta, facendo sì che la maggioranza silenziosa prenda coscienza e faccia sentire nel tempo la propria voce.

La costruzione di un grande parco giochi nel lago artificiale di Tirana ha attratto le proteste di una minoranza violenta, ma con tenacia nel suo primo anno Veliaj sottrasse 40.000 metri quadrati di terra agli sviluppi illegali urbanistici, creando 31 nuovi campi da gioco, pienamente fruibili da tutti e realizzando un nuovo concetto di città più incentrata sul benessere che non sul mero sviluppo urbanistico.

Una consistente parte del “territorio verde” della città di Tirana oggi sono gli “alberi del compleanno” che le famiglie piantano in determinati luoghi in occasione del compleanno del proprio bambino. Circa il 60% degli alberi sono forniti da cittadini e molti altri dalle imprese che ne installano due per ogni vettura aziendale.

Tirana vanta anche un “consiglio comunale per i bambini” dove i giovani rappresentanti incontrano il sindaco, discutono e riportano le loro esperienze a scuola. Il bello dei bambini, dice Veliaj, è che non hanno un’agenda nascosta – e sono i migliori sostenitori per convincere i loro genitori a riciclare, camminare e andare in bicicletta a scuola.

Anche Rotterdam, eletta nel 2006 come la città meno attraente per crescere i bambini, ha invertito questa tendenza è ha speso 15 milioni di euro per migliorare gli spazi pubblici, le abitazioni e rendere le proprie strade più sicure nei quartieri a basso reddito, nel tentativo di costruire una città a misura di bambino.

Uno spazio aperto in una foresta del parco cittadino è stato trasformato in un parco giochi naturale – Natuurspeeltuin de Speeldernis – dando ai bambini l’opportunità di giocare senza regole. I bambini possono godere della biodiversità dello spazio “selvaggio”, costruire tane, fuochi e zattere e accamparsi. Ora attira 35.000 visitatori all’anno.

Alcuni parchi giochi scolastici sono stati trasformati in piazze di comunità, con spazi fruibili per attività ludico-sportive, consentendo ai bambini di sperimentare una vita salutare all’interno della propria comunità di riferimento.

Tirana, piazza Skanderbeg

Vancouver dagli anni ‘90 ha promosso politiche abitative favorevoli alla famiglia, che hanno raddoppiato tra il 2001 e il 2011, la percentuale di bambini che vivono nella sua città .

Queste politiche riconoscono l’importanza delle opportunità di socializzazione per tutte le età, con uno sviluppo urbanistico che prevede una densità appropriata di unità familiari per quartiere per consentire ai bambini di socializzare tra loro, avere spazi nei quali giocare e avere spostamenti tra le abitazioni e gli spazi verdi attrezzati, non superiori al mezzo miglio.

Molte città stanno così concependo nuovi modelli di urbanistica a misura di bambino, pensando che solo ripensando le città nell’ottica delle generazioni future, potremmo avere delle vere healthy cities.

Lavoriamo oggi assieme, clinici, urbanisti, sociologi, politici, sindaci, per non passare alla storia come
“la generazione che sapeva, ma che non si è
preoccupata di creare un futuro”

Da più parti ci è stato chiesto il perché di una “Gionata Nazionale per la Salute e il Benessere nelle Città” e la nostra risposta sta proprio nell’aver osservato quanto si sta facendo a livello globale e anche a livello nazionale, per costruire delle child-friendly cities.

Vorremmo che la “Giornata” induca ogni anno i Sindaci a sperimentare almeno una iniziativa rivolta al benessere dei cittadini, con uno sguardo alle generazioni future.

Il nostro sogno è quello che quando le generazioni future giudicheranno coloro che sono venuti prima di loro sulle questioni ambientali, sulla promozione delle buona salute, sul benessere delle loro città, non arrivino a giudicarci come coloro che “non sapevano e non sapevano cosa fare”.