Da Nord a Sud la voce forte e univoca dei Sindaci Italiani

On. Roberto Pella,
Sindaco di Valdengo e Vice Presidente Vicario Anci ,
Presidente
Intergruppo parlamentare qualità di vita nelle città

In queste settimane così dure e così complicate per la gestione dell’emergenza coronavirus nei nostri territori, la voce forte e univoca dei Sindaci, da nord a sud, piccoli e grandi, va nella direzione compatta di confortare in tutti i modi senza sosta i propri cittadini e di dare loro indicazioni precise – o sonore strigliate.

 

Le nostre comunità locali sono destinatarie di misure di contenimento e restrizione mai sperimentate prima, decise a livello centrale, cui i Sindaci si attengono e che fanno osservare con il massimo rigore e senso di responsabilità.

 

E così ci ritroviamo, senza averlo mai potuto immaginare, a dover tenere il comportamento più innaturale: chiedere ai nostri cittadini di privarsi della socialità, di mantenere le distanze, di disdire o posticipare ogni iniziativa. Di non frequentare i parchi pubblici, di non affollare i sentieri di montagna, o i lungomare. Fino a vietare l’ingresso nei cimiteri.

 

E tuttavia è doveroso farlo: questa difficoltà si supera restando separati, nell’isolamento; solo così dimostreremo di rispettarci, di tenere al bene comune e di essere, paradossalmente, uniti.

 

Per alcune zone d’Italia già é trascorso più di un mese dal primo caso, ed é soprattutto lì che non si può ignorare l’appello dei primi cittadini che hanno chiesto con forza al Governo di rafforzare i presidi sul territorio e, soprattutto, di non essere lasciati soli nell’adozione dei provvedimenti ulteriormente restrittivi che vanno nella direzione di un fermo totale per tutte le attività non essenziali. Ma i Comuni non vanno mai in lockdown.

 

In particolare nei Comuni più piccoli, dove si é chiamati a svolgere tanti ruoli e a ricoprire tante responsabilità, stremati dalle richieste quotidiane dei cittadini che si rivolgono al Sindaco come presidio di fiducia e di indicazioni amministrative coerenti e certe: si passa dall’interpretazione solitaria, in genere notturna, di norme e commi tradotte in ordinanze  sfornate di buon mattino alla riunione quotidiana di coordinamento con la Protezione Civile e l’ASL territoriale; si sanziona chi non rispetta le misure di restrizione e si pattuglia il territorio con la polizia locale, inviando messaggi di informazione e conforto con il megafono perché sentire la voce del Sindaco solleva; si coordina la straordinaria rete solidale di esercenti e volontari che in ogni parte del Paese prodigiosamente si è attivata; insieme ai farmacisti, si distribuiscono i dispositivi – quando ci sono; s’informa ma, al tempo stesso, si contrastano fake news e fughe di notizie. Si viviseziona ogni capitolo di bilancio utile per urgenze, per servizi di asssitenza e per la sanificazione degli ambienti e degli immobili, perché gli scuolabus e le scuole saranno il simbolo delle nostre vite che ripartiranno… ma sempre con un occhio attento e preoccupato alla variazione di bilancio che dovrà farsi dopo, alle mancate entrate, a come la ragioneria chiuderà il 2020.

E ci si stringe ai famigliari di coloro che sono ricoverati o, purtroppo, che lasciano la nostra comunità, ma al telefono, senza poterli abbracciare veramente e senza poter condividere insieme l’ultimo saluto.

Passioni e competenze che, a volte, non sapevamo neanche di avere.

 

A questo proposito, un pensiero speciale va alle famiglie e ai cari, alle comunità tutte, dei tre Sindaci purtroppo mancati a causa di questa terribile malattia nell’esercizio delle loro funzioni: Giorgio Valoti Sindaco di Cene, Raimondo Valicco Sindaco di Mezzoldo e Giovanni Malchiodi Sindaco di Ferriere. Instancabili ufficiali di collegamento nei propri piccoli comuni, fino all’ultimo giorno. A mani nude.

 

I Sindaci oggi stanno chiedendo un profondo e inedito coinvolgimento ai propri cittadini per la “salus rei pubblicae”, consapevoli che la salute è il bene comune più alto che dobbiamo presidiare e preservare.

 

Per questa ragione non potrà restare inascoltato dal Governo l’appello univoco che promana dal Presidente ANCI e Sindaco di Bari Antonio Decaro con una lettera al Ministro Gualtieri e al Presidente Conte: l’ossatura del Paese, i Comuni, rischia il collasso.

 

Come per gli altri comparti del Paese, gli Enti locali necessitano di un’iniezione di liquidità molto forte per assicurare i servizi essenziali, sia nell’immediato sia soprattutto dopo l’emergenza, e per compensare, seppur parzialmente, le enormi perdite di gettito comunale derivante dai tributi e dal calo di entrate da tassa di soggiorno, turismo, cultura, aziende pubbliche locali. Perché ci sarà tanto da ricostruire, tanto da faticare, tanto da far ripartire: dai piccoli negozi di paese alle grandi aziende manifatturiere, dai servizi educativi e scolastici agli eventi sportivi, dall’assistenza sociale alla raccolta differenziata, dalla rinascita del Ponte di Genova a Parma Capitale della cultura 2020.

 

I Sindaci d’Italia hanno sempre dimostrato massima solidarietà e senso di sacrificio nei periodi di emergenza, basti pensare agli oltre sette miliardi con cui hanno garantito il debito italiano durante la pesante crisi economica del 2008. E continueranno a farlo. Ma qui non si tratta solo dell’aspetto economico-finanziario, bensì della tenuta del Paese, della custodia della sua coesione in quelli che il Presidente Mattarella ha definito “il terminale più esposto e sensibile della Repubblica”, i Comuni d’Italia.